Redazione
Aggressore col casco: colpito un altro giovane
Rivelazioni di Wikileaks sul caso Calipari
Nicola Calipari era un agente dei servizi segreti italiani morto a marzo del 2005 a Baghdad mentre traeva in salvo la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena: era stata vittima di un sequestro rivendicato da terroristi della Jhiad.
Le versioni italiana e statunitense, pur entrando in contrasto su diversi punti, connotavano la vicenda come un tragico incedente: a un “chekpoint” americano la Toyota guidata dagli 007 italiani sarebbe stata scambiata per un’autobomba e ciò avrebbe fatto partire i circa 400 colpi, di cui uno alla testa fatale per Calipari. La tesi dell’accadimento imprevisto fu confutata da testimoni diretti dell’evento, come la stessa Sgrena, da elementi contrastanti nelle versioni ufficiali e da indagini portate avanti dalla magistratura italiana.
Scoperto l’aggressore “con il casco”
Incendio in provincia di Benevento: 5 morti
Tommaso Padoa Schioppa è morto
Durante una cena organizzata da lui stesso a Roma con varie decine di amici, in palazzo Sacchetti vicino al Tevere, si è sentito male e a nulla è servito il trasporto in ospedale: è un infarto a mettere la parola fine alla vita del 70enne.
Scarcerata, dopo anni, badante accusata ingiustamente di omicidio
In Foto: un articolo di due anni fa (tratto da liberoreporter) che riportava la notizia con l’ipotesi dell’omicidio
Sono passati quasi tre anni tra tribunale e galera per Adriana Vasilica Iacob: si trovava reclusa perché doveva scontare quattordici anni di prigione dopo essere stata condannata in primo grado per l’assassinio dell’anziana Paola Iori ad Albano in provincia di Roma, ma in realtà la donna è morta per il suo cuore debole, come affermato da una recente perizia sul corpo della donna.
Sequestro beni ai “Casalesi” Zagaria
Con il sequestro di beni immobili per un valore di 35 milioni di euro lo Stato ha vinto una piccola battaglia della guerra contro il potentissimo gruppo di clan dei Casalesi. Un’altra battaglia vinta, assieme a quella dell’arresto del superlatitante Iovine: questo sequestro ci fa ricordare che non deve essere solo l’operato delle polizie a sconfiggere la mafia, ma anche un pulito tessuto sociale e soprattutto trasparenza degli amministratori che devono dare l’esempio.
Retroscena e precedenti dell’arresto di “O’ Ninno”: dalle polizie corrotte a Saviano
Dopo l’arresto di Francesco Schiavone (Sandokan) nel 1998 sono Antonio Iovine e Michele Zagaria a condurre il potentissimo clan dei “Casalesi”, ossia un cartello camorristico dell’area omonima di Casal di Principe attivo in affari che vanno dal traffico di stupefacenti e rifiuti tossici fino al reinvestimento di proventi nell’economia “pulita”, anche se la forza principale di queste famiglie resta il cemento. Nasce a San Cipriano d’Aversa in un paese di diecimila anime circa, nel 1964.
Protesta migranti Brescia
Sono sei migranti senza permesso di soggiorno, vengono dall’Africa e dall’oriente e hanno dai venticinque ai trentasei anni: da quasi due settimane sono saliti su una gru per protesta a Brescia. Si trovano a quasi quaranta metri di altezza. Lottano contro l’ultima sanatoria del governo: migranti e associazioni che li tutelano denunciano che molti, dopo aver pagato i contributi per il “condono” che li doveva regolarizzare, non hanno nemmeno avuto spiegazioni sulle motivazioni per cui sono state respinte le richieste. A buttare benzina sul fuoco anche problemi con l’amministrazione del leghista Fabio Rolfi.
Straripamenti ed evacuazioni nel salernitano
Perla Genovesi svela particolari delle escort di Mora
Lei, ex assistente parlamentare (portaborse) di Enrico Pianetta che aveva accompagnato in viaggi istituzionali in sud america e militante locale del Pdl a Parma, aveva il compito di “corriere” e ora vuole collaborare con la giustizia. Avrebbe dichiarato che lei è una “religiosa e tra gli spacciatori faceva solo “l’infiltrata” per svelare le loro nefandezze”.
Emilio Fede e Lele Mora indagati
Sommossa in centro per immigrati a Cagliari

Hanno preso, con un colpo di mano, possesso del palazzo. Alcuni sono riusciti a raggiungere la pista bloccando i voli. Diverse ore sono servite alle autorità per “rastrellare” la zona ed essere sicuri dell’avvenuto sgombero del parcheggio aereo: intorno alle 19 la partenza, con più di due ore di ritardo, di un aereo per Fiumicino sancisce la riapertura. Non è da escludere che qualcuno sia fuggito.