Aggressore col casco: colpito un altro giovane

Si aggrava la posizione di Manuel de Santis, il pizzaiolo precario 21enne senza precedenti che ha aggredito durante il corteo del 14 Cristiano, il 15enne con un’ematoma celebrale che oggi sarà operato per la frattura al setto nasale. Secondo indiscrezioni giornalistiche avrebbe frequentato il centro sociale e atelier di via dei Rieti “ESC” (nel quartiere San Lorenzo) e la polizia avrebbe anche sue immagini “catalogate”.



SPUNTA UNA SECONDA AGGRESSIONE CON IL CASCO
Il ruolo dei social-network e delle riprese amatoriali è determinante in questa vicenda: grazie alla segnalazione di un videoamatore, sul sito “filosofiprecari”, si aggraverà la posizione dell’ambiguo aggressore.

Infatti nel filmato disponibile si vede Manuel De Santis sferrare un altra “cascata” ai danni di un giovane incappucciato che lanciava un fumogeno verso un “cellulare” (la camionetta) dei carabinieri.

LA GIUSTIFICAZIONE DELL’AGGRESSORE
Volevo difendere le forze dell’ordine”, è questa l’unica giustificazione fornita dal giovane tramite il suo legale. Quest’ultimo sottolinea che è un ragazzo di buona famiglia e che a incidere sul gesto inconsulto avrebbe contribuito il contesto confusionario della piazza. Sempre dai filmati diffusi si vede anche che un altro paio di giovani avrebbero supportato Manuel in questo maldestro e pericoloso tentativo di non far degenerare il corteo. Sul web e non solo impazzano le discussioni per cercare di comprendere se l’intento del giovane era quello di non far sfociare in violenze ancora più atroci il corteo, ma l’ipotesi più veicolata è quella che dietro questi ambigui atti ci sia una “regia” legata a settori deviati dello stato.

MANUEL CHIEDE PERDONO
Il precario ha chiesto di poter chiedere perdono e di incontrare, come i suoi genitori, l’aggredito e la sua famiglia. L’aggredito, Cristiano, vuole solo sapere i motivi per cui è stato commesso l’insano gesto mentre il padre ha spiegato che valuterà solo in un secondo momento l’ipotesi del perdono.

IN FOTO il gruppo facebook utilizzato in questi giorni per rintracciare l’aggressore

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