La pizza made in Italy


Ormai si sa, quello che in Italia ci invidiano un po’ tutti è la cucina mediterranea, quella semplice, quella vera. La ricetta più copiata al mondo è la famosa quanto semplice pizza margherita.

Proprio così, la ricetta più usata è quella della pizza che ormai è possibile gustarla e apprezzarla in tutto il mondo grazie anche ai nostri emigranti che hanno voluto esportare questa cultura in ogni angolo del globo tanto che adesso anche in una piccola isola in mezzo all’oceano è possibile acquistarne una fetta.

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Maserati, un sogno made in Italy

Ad una domanda di un giornalista che chiedeva cosa rappresenta la Maserati, Luca Cordero di Montezemolo rispose che questa era il futuro del settore auto e con ancora più enfasi non ritardò a ricordare come la Ferrari rappresentava sia il futuro, che il presente, ma anche il passato e queste a nostro avviso risultano essere parole sagge.

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Aceto balsamico di Modena

Uno dei tanti prodotti che non deve mai mancare sulle tavole degli italiani è l’aceto balsamico rigorosamente di Modena. L’aceto balsamico che conosciamo e che ci rende felici di essere italiani è prodotto nelle aree di Modena e Reggio Emilia e viene realizzato prendendo una base di mosto d’uva cotto ed è per questo che il colore di tale prelibatezza è molto scuro. Nel mosto d’uva è presente zucchero in una buona percentuale, e la relativa cottura porta ad un processo di caramellazione che regala all’aceto balsamico un colore inconfondibile.

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Presepe Napoletano

 Col Natale arriva anche la vera stagione degli acquisti per i regali che spesso si riducono a doni di dubbio gusto. A dar forza al Santo Natale in Italia c’è una usanza che purtroppo in troppi stanno dimenticando: il presepe o presepio che dir si voglia. Le origini del presepe sono millenarie e spesso la nostra pigrizia ci porta a fare solamente l’albero di Natale che è considerato un simbolo molto più laico. Il presepe è una usanza prettamente cristiana e prettamente italiana che a mio avviso sarebbe un peccato metterla in secondo piano. Che piaccia o non piaccia, il presepe fa parte della nostra storia e della nostra cultura ed è giusto ricordarlo.

La vera culla del presepe è Napoli che ogni anno sforna attraverso i propri artigiani statuette sempre più all’avanguardia sia dal punto di vista dei materiali usati sia dal punto di vista delle figure utilizzate.

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Fiat 500 2.0 – auto dell’anno

Chi l’avrebbe mai detto? Proprio così, dopo il grande rilancio della FIAT ampiamente discusso sia qui che qui, la Fiat incassa oggi un’altro grande successo. Non solo la nuova Fiat 500 diventa uno status simbol anche per i nuovi giovani, ma è riuscita a diventare auto dell’anno 2008 promossa da una giuria di 58 giornalisti stranieri.

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Pinocchio – un mito made in Italy

 La Divina Commedia di Dante Alighieri e il Decamerone di Giovanni Boccaccio sono due dei capolavori della letteratura italiana inseriti nella lista dei 100 migliori libri di tutti i tempi compilata per iniziativa dell’Istituto Nobel a Oslo.
Una lista che ha guardato anche al passato, e sono contemplati i nomi dei classici latini, come le Metamorfosi di Ovidio e l’Eneide di Virgilio. Per l’Ottocento, segnalata un’opera di Giacomo Leopardi, i Canti. Il Novecento è rappresentato da La coscienza di Zeno di Svevo e da La storia di Elsa Morante.
Sono solo alcuni dei capolavori della letteratura italiana menzionati nella lista dei 100 migliori libri di tutti i tempi. Quando si tratta di cultura e arte, noi italiani ne usciamo sempre bene: siamo a detta di tutti uno tra i paesi più prolifici.

Nell’elenco dei 100 migliori libri non è stato però inserito il libro più conosciuto al mondo.
Dopo la Bibbia ed il Corano, il libro più tradotto, più stampato, più adattato e più letto dell’intero pianeta è “Le avventure di Pinocchio”.
Infinita la lista di riduzioni teatrali, cinematografiche, ballettistiche e musicali. E sembra che, col tempo, questa febbre pinocchiesca oltre a non abbassarsi, negli ultimi tempi comporti anche un’epidemia. In Europa, soltanto l’anno scorso, sono state fatte almeno 50 riduzioni tra teatro, danza e musical.

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Caffè espresso italiano

 Il caffè espresso, ad oggi noto in tutto il mondo, è nato a Milano a fine ‘800: la macchina originaria ed il procedimento della preparazione sono stati inventati probabilmente da una signora milanese ed in seguito brevettato da G.A. Gaggia nella prima metà  del ‘900. Gaggia era un ingegnoso barista in un locale di Piazza Duomo nelle vicinanze di piazza Mercanti, nel capoluogo lombardo, bar esistito fino a pochi anni or sono. Pare che in fasi successive apportò significative modifiche a modelli di macchine a pistoni preesistenti, fino ad arrivare alla creazione del caffè espresso milanese così come è conosciuto ad oggi, anche come simbolo stereotipato italiano all’estero.
Gaggia comunque da buon milanese dotato di senso per il marketing, installò le sue macchine nei bar apponendo una grande insegna in vetrina con la scritta: Crema caffè di caffè naturale. La gente incuriosita provava la novità  reagendo in modo spesso contrastante. Alcuni andavano via affermando che era una truffa mentre altri ammettevano un miglioramento qualitativo del caffè. Il sistema fu adottato da alcuni famosi bar di Milano, quali Motta e Biffi in Galleria. Gaggia non aveva un vero negozio ma i gruppi, le leve manuali e i filtri venivano creati per lui da Valenti proprietario di un’industria nella quale costruiva alcune componenti per gli asciugacapelli. Nel 1952, sempre a Milano, Valenti iniziò a costruire macchine per il caffè sotto il marchio Faema.

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Vespa Piaggio

 “Sembra una vespa!”. Così esclama Enrico Piaggio” proprietario della storica azienda fondata a Genova nel 1884 al momento di testare il suo gioiello, esempio di grande immaginazione e risposta a un bisogno reale.
La Vespa nasce infatti nel secondo dopoguerra, in un’Italia distrutta dai bombardamenti e con le vie di comunicazione impraticabili, che scoraggiano lo sviluppo immediato del mercato automobilistico.

Primario diviene quindi il bisogno di mobilità , a cui Piaggio risponde con un veicolo semplice, robusto e al tempo stesso elegante e fortemente connotato stilisticamente, che può essere guidato facilmente anche dalle donne. Il progettista è Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico che realizzò anche i primo elicottero moderno..

Dal primo modello, messo in commercio nel 1946 in 15 esemplari, ne è stata fatta di strada, tutta documentata al Museo Piaggio di Pontedera. Qui, dopo un glorioso tour mondiale, che ha toccato tappe come il Guggenheim di New York e il Pompidou a Parigi, è tornata a casa la Vespa più preziosa al mondo, quella che Salvador Dalì decorò nel 1962.
Attraverso la valorizzazione della Vespa l’arte e la cultura con quel gusto riconosciuto nel mondo come “Italian Style” che tanto ha caratterizzato gli anni di Felliniana memoria, quando Anita Ekberg rimase stregata da quell’atmosfera definita come Dolce Vita italiana. Anche ieri come oggi la Vespa è protagonista di uno stile di vita, uno stile che oggi è diventato mito.

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Auto Made in Italy in Giappone

 Se negli Stati Uniti cresce la voglia d’imparare l’italiano(ricordiamo che oltre 60mila ragazzi nel 2006 hanno scelto di seguire un corso di lingua e cultura italiana: nel 1998 erano meno della metà , più 30% nell’ultimo anno), in Giappone cresce la voglia di auto italiane. Quello che piace ai giapponesi delle auto ester è soprattutto il lusso e in questo l’offerta del ‘made in Italy’ non ha nulla da invidiare. Nei primi nove mesi del 2007, secondo i dati Jama, le vendite di Ferrari, Maserati e Alfa Romeo sono cresciute in Giappone rispettivamente del 9% (327 unità ), del 17,3% (a 366 unità ) e del 5,4% (a 2.959 unità ), mentre il marchio Fiat ha guadagnato il 25,6%, vendendo 1.281 unità .

Globalmente, comprese le 101 Lancia, i marchi ‘made in Italy’ hanno totalizzato da gennaio a settembre 5.034 unità , in progresso del 10% rispetto allo stesso periodo del 2006. Questa cifra, in un mercato che destina ai veicoli stranieri una fetta di poco inferiore all’8% del totale delle vendite interne (ovvero circa 9 miliardi di euro). L’intenzione emersa al Tokyo Motor Show dai rappresentanti dell’auto ‘made in Italy’ è quella di crescere sul mercato giapponese. dove, al momento ha precisato il numero uno di Alfa Romeo Antonio Baravalle presente al Salone – il marchio Fiat vende annualmente tra le 1.700 1.800 unità , a fronte di un parco circolante di circa 20.000 unità , l’Alfa Romeo ne consegna in media circa 5.000, a fronte di un parco circolante di 50.000 unità , e la Lancia è praticamente quasi inesistente.

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Esplode l’italianità tra i giovani americani

 Un nuovo fenomeno di massa sta contagiando gli studenti universitari statunitensi: imparare l’italiano.
Negli anni ’50 l’italiano era identificato con il dialetto che parlavano i muratori, i giardinieri e i camerieri dei ristoranti. Mezzo secolo dopo la nostra lingua si è presa la rivincita, in crescita costante da dieci anni, ora è la quarta più studiata nelle università americane e oltre 60mila ragazzi nel 2006 hanno scelto di seguire un corso di lingua e cultura italiana.Negli Stati Uniti ci sono nuove cattedre d’italiano un pò ovunque perfino in Alaska e alle Hawaii, ne sono appena state aperte due a Puerto Rico. Tra le possibili ragioni per questo boom si deve sicuramente considerare che è sparita l’idea dell’italiano come emigrante, oggi la nostra lingua si è liberata da quell’immaginario ed esprime un’idea di cultura e di stile. Il successo dei prodotti italiani è servito da traino, basti pensare alla moda e al cibo. L’Italia ha cambiato il modo di vestire e di mangiare degli americani e questo li ha conquistati. Infine è rinata la moda del Grand Tour: Più di 80 università americane hanno una sede a Firenze. Per un giovane studente oggi il viaggio in Italia rappresenta una tappa fondamentale di formazione.

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Brunello di Montalcino – I grandi vini italiani

“Vino” ha origine dalla parola sanscrita “vena” formata dalla radice ven (amare), la stessa di Venus, Venere. Il vino è dunque, da sempre, strettamente legato all’amore, alla gioia di vivere.E quale poteva essere il paese che meglio rappresenta la gioia di vivere se non l’Italia?

Non a caso l’Italia è il primo paese vitivinicolo del mondo: il maggior produttore al mondo di vini doc, sia in quantità sia in qualità .

Il nostro Paese vanta una straordinaria ricchezza di vitigni, a volte sconosciuti, dimenticati o in via d’estinzione: sono circa 350 le varietà autoctone(nel mondo è un record assoluto) veri e propri tesori enologici che, in epoca di globalizzazione vitivinicola, è importante conoscere e valorizzare. Il termine “autoctono” indica un vitigno che ha origini in Italia, o che è presente sul nostro territorio fin dall’antichità .

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Giorgio Armani uomo del Made in Italy

 Una vita costellata di successi. Dal lontano 1975, anno della fondazione della Giorgio Armani S.p.A., sino al 2006 il Gruppo Armani ha esportato con fierezza il Made in Italy nel mondo.
E’ nato a Piacenza, l’11 luglio del 1934 lo stilista italiano che, più di altri, porta alto il nome del Made in Italy nel mondo. Giorgio Armani, o meglio Re Giorgio come in molti lo chiamano, ha iniziato la sua carriera come stilista ‘free-lance’ dopo aver abbandonato la facoltà di medicina per potersi dedicare interamente alla passione che più ardeva nel suo animo. Dopo alcune collaborazioni con diverse aziende e con Nino Cerruti, Giorgio Armani decide di convogliare le sue energie nel proprio marchio. Corre l’anno 1975 quando nasce la Giorgio Armani S.p.A. e viene lanciata la prima linea di ‘prêt-à -porter’ maschile e femminile. Abile imprenditore, personalmente coinvolto in tutte le scelte strategiche del gruppo e sovrintendente agli aspetti creativi e di design, Armani si espande oltreoceano e nel 1979 fonda la Giorgio Armani Corporation negli Stati Uniti.Sono gli anni in cui nascono le nuove linee: Le Collezioni, Mani, Armani Junior, Giorgio Armani accessori, underwear e swimwear. Le linee Emporio Armani e Armani Jeans vengono lanciate nei primi anni Ottanta.

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Una leggenda di nome Ferrari

Cavallino rampante nero su sfondo giallo e carrozzeria Rosso Corsa: come non pensare ad una fiammante Ferrari sfrecciarci davanti?

Enzo Ferrari era un uomo con la passione per le corse automobilistiche nel sangue e si direbbe che è stato proprio questo il segreto del suo successo: nasce nel 1898 a Modena e l’ingresso nel mondo dei motori avviene nel 1923, al momento dell’assunzione presso una piccola casa automobilistica per la quale compieva test di guida. Dopo poco tempo aveva iniziato a partecipare alle prime corse in veste di pilota, abiti nei quali nel 1924 vinceva

la Coppa Acerbo. Le salite sul podio non furono molte, ma i rapporti nati durante questi incontri sportivi saranno fondamentali per il suo futuro; è proprio in una di queste occasioni infatti che conosce il padre dell’eroico combattente italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca, dal quale erediterà lo stemma del cavallino rampante.A 5 anni dalla famosa vittoria, nel 1929, fonda

la Scuderia Ferrari, la quale si occupa di sponsorizzare i piloti e costruire auto da corsa con pezzi dell’Alfa Romeo, casa automobilistica già rinomata. Il team di piloti, anche amatoriali e part-time, messo insieme da Enzo Ferrari è composto da 22 membri che comprendono anche nomi come Tazio Nuvolari e Giusseppe Campari.

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