Il primo SUV italiano
Il primo SUV italiano.
Il primo SUV italiano.
Nell’elenco dei 100 migliori libri non è stato però inserito il libro più conosciuto al mondo.
Dopo la Bibbia ed il Corano, il libro più tradotto, più stampato, più adattato e più letto dell’intero pianeta è “Le avventure di Pinocchio”.
Infinita la lista di riduzioni teatrali, cinematografiche, ballettistiche e musicali. E sembra che, col tempo, questa febbre pinocchiesca oltre a non abbassarsi, negli ultimi tempi comporti anche un’epidemia. In Europa, soltanto l’anno scorso, sono state fatte almeno 50 riduzioni tra teatro, danza e musical.
Primario diviene quindi il bisogno di mobilità , a cui Piaggio risponde con un veicolo semplice, robusto e al tempo stesso elegante e fortemente connotato stilisticamente, che può essere guidato facilmente anche dalle donne. Il progettista è Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico che realizzò anche i primo elicottero moderno..
Dal primo modello, messo in commercio nel 1946 in 15 esemplari, ne è stata fatta di strada, tutta documentata al Museo Piaggio di Pontedera. Qui, dopo un glorioso tour mondiale, che ha toccato tappe come il Guggenheim di New York e il Pompidou a Parigi, è tornata a casa la Vespa più preziosa al mondo, quella che Salvador Dalì decorò nel 1962.
Attraverso la valorizzazione della Vespa l’arte e la cultura con quel gusto riconosciuto nel mondo come “Italian Style” che tanto ha caratterizzato gli anni di Felliniana memoria, quando Anita Ekberg rimase stregata da quell’atmosfera definita come Dolce Vita italiana. Anche ieri come oggi la Vespa è protagonista di uno stile di vita, uno stile che oggi è diventato mito.
Globalmente, comprese le 101 Lancia, i marchi ‘made in Italy’ hanno totalizzato da gennaio a settembre 5.034 unità , in progresso del 10% rispetto allo stesso periodo del 2006. Questa cifra, in un mercato che destina ai veicoli stranieri una fetta di poco inferiore all’8% del totale delle vendite interne (ovvero circa 9 miliardi di euro). L’intenzione emersa al Tokyo Motor Show dai rappresentanti dell’auto ‘made in Italy’ è quella di crescere sul mercato giapponese. dove, al momento ha precisato il numero uno di Alfa Romeo Antonio Baravalle presente al Salone – il marchio Fiat vende annualmente tra le 1.700 1.800 unità , a fronte di un parco circolante di circa 20.000 unità , l’Alfa Romeo ne consegna in media circa 5.000, a fronte di un parco circolante di 50.000 unità , e la Lancia è praticamente quasi inesistente.
“Vino” ha origine dalla parola sanscrita “vena” formata dalla radice ven (amare), la stessa di Venus, Venere. Il vino è dunque, da sempre, strettamente legato all’amore, alla gioia di vivere.E quale poteva essere il paese che meglio rappresenta la gioia di vivere se non l’Italia?
Non a caso l’Italia è il primo paese vitivinicolo del mondo: il maggior produttore al mondo di vini doc, sia in quantità sia in qualità .
Il nostro Paese vanta una straordinaria ricchezza di vitigni, a volte sconosciuti, dimenticati o in via d’estinzione: sono circa 350 le varietà autoctone(nel mondo è un record assoluto) veri e propri tesori enologici che, in epoca di globalizzazione vitivinicola, è importante conoscere e valorizzare. Il termine “autoctono” indica un vitigno che ha origini in Italia, o che è presente sul nostro territorio fin dall’antichità .
Cavallino rampante nero su sfondo giallo e carrozzeria Rosso Corsa: come non pensare ad una fiammante Ferrari sfrecciarci davanti?
Enzo Ferrari era un uomo con la passione per le corse automobilistiche nel sangue e si direbbe che è stato proprio questo il segreto del suo successo: nasce nel
Il grande statista inglese con tale affermazione, non intendeva certo elogiare il nostro modo di combattere, quanto piuttosto rimarcare ironicamente la nostra attitudine alla sconfitta sia nelle guerre sia nelle battaglie sportive: dal suo punto di vista l’Italia perdeva sempre.
Ripercorrendo gli ultimi decenni di storia sportiva, sembra però che l’azzurro sia molto in voga e soprattutto, paradossalmente, tanto più quando stiamo per crollare, tanto più ne usciamo vincitori. Alcuni esempi? Prendete gli ultimi campionati mondiali di calcio: uscivamo a pezzi dallo scandalo di calciopoli, andammo in Germania e vincemmo noi. I due ultimi campionati mondiali di ciclismo su strada: anche qui bufera antidoping, e per due anni consecutivi il nostro Bettini mette tutti dietro. Il miglior centauro del mondo, il nostro Valentino, è investito da polemiche finanziarie? Nessun problema, dopo ben 33 anni di dominio dei colossi giapponesi, una casa italiana, la Ducati, vince il campionato mondiale nella classe regina motogp.
Il grana padano, formaggio dalla pasta dura prodotto nell’area a nord del Po e a sud di Milano, tra Lombardia ed Emilia, è uno degli inimitabili prodotti italiani ricercati ed utilizzati in tutto il mondo.Le origini di questo prodotto risalgono all’anno mille, al termine dell’opera di bonifica e disboscamento compiuta dai monaci Cistercensi. I terreni guadagnati vennero impiegati per l’allevamento, quindi il latte dei bovini che eccedeva veniva conservato in apposite botte a forma di campana rovesciata: le caldaie. Lì dentro, in seguito a un periodo di stagionatura e ai naturali processi biochimici, il latte diventava formaggio.
Ancora oggi il formaggio grana viene prodotto con il metodo e gli ingredienti tradizionali: il latte utilizzato è bovino e proveniente da due mungiture giornaliere. Aggiungendovi siero e caglio di vitello, si fa cuocere a 33°C e, una volta coagulato il composto, si procede alla rottura in piccoli grani della Cagliata ( il caglio di vitello); quindi la temperatura viene portata a 55°C.
Una volta che i grani si sono compattati sul fondo della caldaia il composto viene prelevato e posto in due fascere, contenitori che danno al prodotto la tipica forma del Grana Padano.