Una lista lunga 400 nomi. Politici, vertici delle forze di polizia, funzionari dello Stato.
E’ tutto riportato sul computer – sequestrato dalla Guardia di Finanza – di Diego Anemone, l’imprenditore romano inizialmente noto come il corruttore del sottosegretario Guido Bertolaso.
Ma i favoritismi negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, non erano riservati solamente al Capo della Protezione Civile (che tra le altre cose si giovava di favori sessuali, “cose megagalattiche”, in cambio di appalti) ma anche capi di gabinetto, capi di uffici legislativi, capi di dipartimento nei ministeri della Protezione civile e del ministero della Giustizia, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, dirigenti Rai, agenti dei servizi segreti, giornalisti, registi come ad esempio Pupi Avati, produttori cinematografici, sacerdoti e parenti di vari “notabili”.
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