Nel sesto giorno dell’operazione “Odyssey Dawn” un caccia francese in sorvolo sulla Libia avrebbe abbattuto il primo jet dell’aviazione libica per far rispettare la no-fly zone imposta dagli alleati. Lo scrive sul sito l’emittente televisiva statunitense Abc. L’azione sarebbe avvenuta nella zona di Misurata. L’aereo libico abbattuto sarebbe un Soko G2A-E Galeb, un vecchio jet di attacco a terra di produzione jugoslava.
Un’esplosione è avvenuta nel primo pomeriggio a Gerusalemme. Un ordigno è esploso alla fermata dell’autobus di linea 74, nei pressi del centro dei congressi ‘Palazzo della Nazione’. Una donna è morta e una quarantina di persone sono rimaste ferite, alcune in modo grave. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Hadassah. Nessuna delle persone rimaste ferite nell’attentato di Gerusalemme “risulta al momento in pericolo di vita”, lo ha detto il portavoce del Magen David (l’equivalente israeliano della Croce rossa).
Questa mattina del fumo nero si è alzato dal reattore numero 3 della centrale di Fukushima: i tecnici, che stanno tentando di raffreddare il reattore, come riferisce l’agenzia Kyodo, sono stati allontanati dalla zona. Dopo la fuoriuscita di fumo nero dal reattore, l’agenzia per la sicurezza nucleare in Giappone ha chiarito che i livelli radioattivi sono rimasti invariati.
Proseguono in queste ore i raid aerei condotti dalle forze della coalizione internazionale. È il quarto giorno della missione “Odyssey Dawn” in Libia. La scorsa notte sono state bombardate installazioni radar e due basi di difesa contraerea ad est di Bengasi. E non solo. Gli aerei occidentali ieri hanno colpito anche installazioni militari a Sabah. Intanto, questa mattina, un caccia F-15 Eagle dell’aviazione militare statunitense è precipitato durante un raid in Libia. I due piloti che erano a bordo sono salvi. Secondo quanto riferito, il caccia “non è precipitato in seguito ad un’azione ostile ma per un guasto”.
Gheddafi continua ad attaccare. Il bilancio degli scontri in corso da stamattina a Misurata, è di 40 morti, tra cui quattro bambini, e 100 feriti. Così ha affermato il portavoce del Consiglio nazionale libico alla tv “al-Arabiya”. Poi ha aggiunto che “le brigate di Gheddafi continuano a sparare ed usano i civili come scudi umani”. Il portavoce dei ribelli libici di Misurata, Saadun al-Misurati, ha detto alla tv araba “al-Jazeera”: “Stiamo vivendo in città un dramma umanitario”. Una città dove “gli ospedali sono pieni di feriti, non ci sono più posti liberi. In città non c’è luce, non ci sono comunicazioni da dieci giorni, non c’è acqua da più di una settimana”. Lo ha riferito una fonte medica alla Bbc.
“Se la missione in Libia non passerà sotto il comando Nato, l’Italia avvierà una riflessione sull’uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perché l’Italia riprenda il controllo delle sue basi”. Così ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante una conferenza stampa a Bruxelles dopo l’incontro di stamattina tra i capi delle diplomazie dell’Ue.
Ormai i migranti stanno diventando più numerosi degli abitanti di Lampedusa. Sono 4.789 gli immigrati presenti attualmente sull’isola, a fronte di circa 5.000 abitanti. Gli sbarchi proseguono da giorni senza sosta, anche durante la notte. Nelle ultime 24 ore sono arrivati 1.470 immigrati con 13 diverse imbarcazioni. Intanto cresce anche la tensione. Ieri alcune centinaia di abitanti hanno bloccato la banchina commerciale del porto per impedire a un traghetto di attraccare: a bordo della nave c’erano tende e bagni chimici per allestire la tendopoli, che i cittadini non vogliono. “Lampedusa – dicono – non può essere trasformata in un campo profughi a pochi mesi dall’inizio della stagione estiva”.
Sono sbarcati nella notte sulle coste del catanese 191 migranti. Sono tutti egiziani, partiti da Alessandria d’Egitto e non libici, come avrebbero dichiarato per ottenere il diritto d’asilo ed evitare così il rimpatrio. I migranti, tutti uomini tra i quali circa 24 minorenni, sono arrivati con due barconi.
È stato colpito un edificio del bunker del colonnello Gheddafi ieri, nel secondo giorno dell’offensiva internazionale contro Tripoli. E ieri sera sono decollati i primi Tornado italiani: alle 20, sei degli otto caccia bombardieri Tornado messi a disposizione della coalizione, sono partiti dall’aeroporto militare di Trapani-Birgi.
“Per ora solo basi, se servono anche raid”. Lo ha riferito il premier Silvio Berlusconi. “Vorrei tranquillizzare i nostri concittadini: le nostre forze armate ieri hanno fatto un esame approfondito della disponibilità di armi e di missili del regime libico, e la loro conclusione certa è che non ci sono in questo momento armi in dotazione della Libia che possano raggiungere il territorio italiano”, ha detto Berlusconi durante una conferenza stampa all’ambasciata d’Italia a Parigi al termine del vertice internazionale straordinario sulla Libia.
Migliaia di persone stanno fuggendo da Bengasi, sotto attacco da questa mattina. Al Jazira ha riferito che le forze fedeli al rais attaccano la città dalla costa e da sud. Gli attacchi di questa mattina su Bengasi hanno provocato almeno 26 morti, secondo quanto riferisce l’emittente Al Jazeera, e i feriti sono almeno 40. Intanto dal vertice che si è tenuto stamattina a Parigi è stato dato il via libera ad un’azione militare contro Gheddafi. Numerosi caccia “Rafale” francesi stanno sorvolando Bengasi e il territorio libico in missione di ricognizione.
Due maestre di asilo nido sono state arrestate ieri a Casarile, piccolo comune in provincia di Milano. L’accusa per le due insegnanti è di gravi maltrattamenti ai danni di quindici bambini. Sono finite agli arresti domiciliari la direttrice, 33 anni, e titolare del nido privato ‘Primi passi’, e una sua collaboratrice di 34. Una delle due arrestate ha tentato il suicidio in casa, ma è stata salvata dall’intervento dei familiari e non sarebbe in pericolo di vita.
L’Italia metterà a disposizione non solo le basi militari, ma anche mezzi e uomini. È questa la decisione che è stata presa nel corso del consiglio dei Ministri straordinario che si è tenuto oggi e che ha autorizzato l’utilizzo di sette basi italiane e “ogni opportuna iniziativa” che sarà necessaria per attuare le decisioni dell’Onu sulla crisi in Libia. Le basi interessate nell’azione nei confronti della Libia sono: Amendola, Aviano, Decimomannu, Sigonella, Trapani, Gioia del Colle e Pantelleria. Lo hanno detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il ministro della Difesa, Ignazio la Russa.
Il ministro degli Esteri libico Mussa Kussa ha annunciato oggi che la Libia ha deciso un cessate il fuoco immediato per proteggere i civili e gli stranieri presenti nel paese dopo la risoluzione dell’Onu sulla no fly zone. Da una parte le dichiarazioni del ministro degli Esteri libico dall’altra quella degli insorti, secondo cui il cessate il fuoco annunciato dal ministro degli Esteri di Gheddafi sarebbe un “bluff”.
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