Tassa sigarette elettroniche

Non è ancora per nulla chiara la situazione riguardo la tassa sulle sigarette elettroniche oggetto di numerose dispute, conferme e ripensamenti

Il Governo aveva deciso l’introduzione di una tassazione per le sigarette elettroniche, prima con il decreto sviluppo, e poi con un emendamento che stabilì l’accisa sul tabacco sulle sigarette elettroniche. Fece molto scalpore tale decisione, considerato che si parla di accisa sul tabacco in un prodotto contenenti nicotina o sostitutivo del tabacco.

Innanzitutto, l’Associazione nazionale fumo elettronico, chiede di attuare una regolamentazione delle sigarette elettroniche, per capire se siamo di fronte a un prodotto da fumo o a un dispositivo medico. Proprio Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, dichiara che ”la classificazione della sigaretta elettronica quale presidio medico è stata negata da diverse corti di giustizia nazionali, nonché dalla Corte di Giustizia europea, che ha sancito l’inapplicabilità della direttiva sui prodotti medicali alla sigaretta elettronica”. La sigaretta elettronica in parole povere non può essere paragonata alla sigarette tradizionale.

Il punto è che al Governo farebbe comodo tassare un prodotto le cui vendite sono diventate vertiginose (in Italia si pensa che nell’arco di questo anno si arriverà ad un milione di fumatori di questo genere), soprattutto in un momento di magra per le casse dello Stato come quello attuale. In un modo o nell’altro c’è la necessità di dover risollevare l’Italia dalla crisi economica e quindi puntare sulla tassazione di elementi che al momento sono considerati molto più remunerativi.

Finora è stato anche spiegato solo come funzionano le sigarette elettroniche, ma quello che conta è capire come farne uso, perché non si conoscono ancora bene i rischi legati all’inalazione assidua del glicole propilenico e della glicerina contenuti nelle sigarette.

 

 

 

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