Libia, ancora bombe sui manifestanti

di Redazione 1

Il leader libico Gheddafi attraverso la tv di stato ha ribadito che non lascerà il paese. “Io morirò come un martire, come mio nonno"...

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(Ansa)

I caccia dell’aviazione continuano a bombardare i manifestanti scesi in piazza contro il regime e a spargere sangue sulle strade di Tripoli e delle altre città libiche. Secondo la tv satellitare Al Jazeera, i morti – solo a Tripoli ieri – sarebbero più di 1000.

Intanto, questo pomeriggio, il leader libico Gheddafi attraverso la tv di stato ha ribadito che non lascerà il paese. “Io morirò come un martire, come mio nonno”, ha affermato – . “Resisterò: libertà, vittoria, rivoluzione!”. Poi ha attaccato duramente i manifestanti e li ha definiti “ratti pagati dai servizi segreti stranieri” e gli insorti sono “una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. Nel corso del suo intervento il colonnello ha accusato Usa e Italia di avere “distribuito ai ragazzi a Bengasi razzi rpg”.

Il premier Silvio Berlusconi ha telefonato al leader libico Muhammar Gheddafi e ha smentito seccamente la possibilità che l’Italia abbia fornito armi o razzi ai manifestanti a Bengasi. Nel corso della telefonata, durata una ventina di minuti, Berlusconi ha ribadito la necessità di cessare le violenze contro i manifestanti e di trovare una soluzione pacifica per scongiurare il rischio di una guerra civile.
Serena Marotta

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