La tradizione della Giubiana

La Giubiana è una festa tradizionale della Lombardia (ma ripresa anche in Piemonte), che si celebra annualmente l’ultimo giovedì di gennaio, poco prima od in concomitanza dei cosiddetti “giorni della merla”, quelli finali del mese e tradizionalmente ritenuti i più freddi dell’anno.

Nel giorno in questione, nelle piazze principali dei vari paesi, si accendono enormi falò, sui quali viene bruciato un fantoccio di sembianze femminili, che rappresenterebbe appunto questo fantomatico personaggio, la Giubiana.


Ma chi s’intende per essa? Di fatto, nella tradizione, si tratterebbe della classica strega mangia-bambini che vive nei boschi.

Si racconta che un giorno, una mamma desiderosa di salvare sua figlia, le tese una trappola: preparò un gustosissimo risotto allo zafferano con la luganega, cioè la salsiccia (piatto che tradizionalmente viene preparato il giorno della festa della Giubiana, e distribuito a quanti assistono al falò).

La strega, attirata dal buon profumo, si recò presso la finestra della casa, dov’era stato posto il risotto, ed iniziò a mangiarlo, non accorgendosi però che stava per sorgere il sole: la luce per lei fu letale, e quindi morì.
Una versione più orrida vede invece la madre preparare una bambola di spilli che mette nel letto al posto della figlia: la Giubiana si precipita a mangiare la bimba, finendo così squartata dall’interno.


Se questa storia è però molto simile ad una fiaba, diversa è invece la leggenda narrata a Cantù, un paese della Brianza situato in provincia di Como, nel quale la festa della Giubiana è più sentita che mai, ed in grado di attirare ogni anno una folla di canturini festanti.

A Cantù si racconta infatti che la Giubiana sarebbe stata in realtà una bellissima castellana, alla quale erano state date in custodia le chiavi della città nel XII secolo, durante la guerra tra milanesi e comaschi. Il paese era allora alleato di Milano che, una volta vinta la guerra, scoprì che la giovane custode aveva in realtà tradito la propria città, consegnando le chiavi ai comaschi: per questa ragione venne quindi condannata a morire sul rogo.

Ogni anno, pertanto, si ripercorre questo rito, con il fantoccio che simboleggia la Giubiana portato in piazza su un carro con tanto di corteo al seguito. Segue poi il falò accompagnato da musiche, mentre tutti i canturini stanno col naso all’insù a vedere dove cadrà il fantoccio: la tradizione infatti sostiene che una caduta a destra porterà fortuna per tutto l’anno; al contrario, quella a sinistra, è considerato un presagio di sfortuna.

Scritto da: Eliana Tagliabue

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