Libia, Ras Lanuf in mano a Gheddafi

(Ansa)

Il deposito di diesel di Ras Lanuf è in fiamme e il fumo avvolge la città, dove non c’è più traccia degli insorti. Proiettili e bossoli, segni della durissima battaglia, si trovano ovunque nelle strade del centro petrolifero a ovest di Bengasi, ormai completamente nella mani delle forze pro-Gheddafi, mentre continuano a sfrecciare i caccia di Gheddafi lungo il percorso da Sirte a Ras Lanuf.

I ministri degli Esteri della Lega Araba hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di prendersi le proprie responsabilità per imporre una zona di esclusione aerea sulla Libia. Lo ha detto all’Ansa una fonte diplomatica araba.

Intanto in un’intervista alla stampa italiana Saif al Gheddafi, figlio del leader libico, ribadisce: “Sarà guerra fino alla fine” – dice – sostenendo che il 90 per cento del paese è tornato sotto il controllo del colonnello. Attacca l’Italia, che a suo avviso ha “tradito” l’amicizia con la Libia: “State attenti. Se tu tradisci un tuo partner come credi che quello debba reagire?” E ancora: “Se le milizie prendessero il controllo del Paese – minaccia- voi sareste le prime vittime, avreste milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia”.
Serena Marotta

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