REFERENDUM: DATI DEFINITIVI

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I risultati referenderari segano un evento importante nella storia italiana, soprattutto quella degli ultimi anni: i “” hanno stravinto con circa il 95 per cento dei voti per tutti e quattro i quesiti mentre i “no” si piazzano intorno al 5 per cento. I votanti sfiorano i 27 milioni, cioè quasi il 55 per cento a quesito. I voti all’estero hanno “ridimensionato” di appena un paio di punti la percentuale del voto dei “sì”. Il successo era certo già prima delle 4:00 del 14 giugno, ora in cui sono stati ultimati gli spogli con il conteggio dei voti “esteri” (come si apprende dal sito del Viminale) e sono stati pubblicati gli ultimi dati.


Non bastava la confusione mediatica fomentata dalle “incertezze” dovute al decreto “omnibus”, dalle polemiche sull’accorpamento alle elezioni amministrative con ripercussioni per le tasche degli italiani, dal poco spazio dedicato a quesiti così complessi (in particolare quelli sull’acqua), dalla validità dei voti sul vecchio quesito degli italiani all’estero su cui si pronuncerà il prossimo giovedì l’ufficio della Corte di Cassazione, da vari imprevisti tra i quali perfino la carta “copiativa” delle schede che spaventava i promotori dei referendum che hanno reagito diffondendo mail e annunci ondine (c’era la paura di barrare e invalidare involontariamente schede potenzialmente sovrapposte perché le schede sarebbero di carte carbone) e la “ristampa” delle schede per il nucleare; non bastava questo: il “grave” gesto, secondo le opposizioni, di Berlusconi e Maroni che rompendo il silenzio elettorale, a urne aperte, dichiaravano il sicuro ma ancora ipotetico raggiungimento del quorum, anche se fosse stato compiuto con l’intento di “scoraggiare” l’ultimo 10 per cento utile per la soglia referendaria, non è comunque servito…

I PRECEDENTI NELLA STORIA REPUBBLICANA
Dal 1995 al 2009 solo nell’occasione del referendum “costituzionale” del 2006 (per il referendum costituzionale non serve il quorum nda) e in quella del 1995 (circa il 56% dei votanti), si era superato il 50%. L’ultimo appuntamento referendario del 2009, quello con i quesiti abrogativi di parte della legge elettorale, aveva raggiunto quota 23% (dato più basso in assoluto della storia italiana) e non è stato valido.
Dal ’74 al ’95 il più votato resta quello sul divorzio con l’87,7 % dei votanti (più votato anche in assoluto se si esclude il dato dell’89 % riferito al primo referendum: quello che bocciò la monarchia nel ’46, nonostante imprevisti e brogli), mentre l’ultimo posto spetta ai 3 quesiti del 3/06/1990 che riguardavano la caccia e l’uso dei pesticidi (43%).

Paolo Maria Addabbo

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