ICI, le differenze con Inghilterra e Germania

Mentre l’imposta sugli immobili può essere una novità per i proprietari di case in paesi stranieri, essa rappresenta la norma in gran parte del resto del mondo, anche se in nessuna nazione, a quanto pare, il processo di conteggio sembra semplice. E, naturalmente, neanche popolare tra i cittadini.

Gli italiani devono pagare l’imposta sulla proprietà la quale viene riscossa dalle amministrazioni locali. Essi si basano sul valore teorico della proprietà secondo il catasto locale e variano da regione a regione. L’imposta comunale sugli immobili (ICI), viene pagata da chi possiede beni o terreni in Italia, sia che vivano o meno sul terreno nazionale. L’importo si basa sulla rendita catastale (valore ufficiale della proprietà). Quest’ultima è aumentata in modo significativo negli ultimi anni in quanto il governo ha messo sotto pressione le amministrazioni locali per massimizzare i ricavi.

 L’imposta che viene riscossa oscilla tra il 0,4 per cento e lo 0,7 per cento sul valore ufficiale della proprietà e il livello effettivo è determinato in base alle dimensioni, alla posizione e alla condizione della proprietà. La tassa è versata in due rate, con il 90 per cento con scadenza a giugno e un ulteriore 10 per cento prevista a dicembre. Se uno dei due termini non viene rispettato, si incorrerà in una multa fino al 200 per cento della tassa totale. In alcune, ma non tutte, parti d’Italia, esistono ulteriori tasse collegate al servizio di raccolta rifiuti, acqua e altri servizi comunali.

In Inghilterra l’imposta media sulla proprietà si aggira sulle £ 1.200 (poco meno di 1500 euro). L’imposta è pagata dall’affittuario piuttosto che dal proprietario. Le proprietà sono divisi in otto categorie sulla base del loro valore stimato nel 1991.

In Germania la proprietà è soggetta a una tassa locale conosciuta come Grundsteuer e, come nel Regno Unito, è in genere a carico della persona che vive nella proprietà e non grava sul proprietario. La base è il “valore stimato” (Einheitswerf), che è in genere circa il 10-20 per cento del valore di una proprietà.
Si applica una aliquota di base dello 0,35 per cento, ma essa aumenta a seconda della posizione della proprietà e del livello di tassazione richiesto dal comune. Chi possiede un mini appartamento in una grande città paga tra i 150 e  300 euro all’anno.

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