Contratto di solidarietà 2013

Il contratto di solidarietà è un accordo tra azienda (sia quelle che aderiscono alla CIGS sia quelle che non ne fanno parte) e sindacati che prevede la riduzione delle ore di lavoro al fine di mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale, per evitare guai peggiori come il fallimento e il licenziamento.

Questa modalità tende a favorire anche le nuove assunzioni attraverso il cosiddetto contratto  espansivo.  Anche per il 2013 è stata disposta  la proroga per il contratto di solidarietà e quello espansivo, pari all’80 per cento della retribuzione persa a seguito della riduzione di orario di lavoro.

Esso spetta a tutto il personale dipendente ad esclusione di:

  • dirigenti;
  • apprendisti;
  • lavoratori a domicilio;
  • lavoratori con anzianità aziendale inferiore a 90 giorni;
  • lavoratori assunti a tempo determinato per attività stagionali.

Andiamo a vedere nello specifico i due tipi di contratto, che rientrano tra le novità fiscali per le imprese nel 2013: quello di solidarietà difensivo può durare al massimo due anni e  spetta a tutto il personale, tranne ai dirigenti, apprendisti, lavoratori a domicilio, lavoratori con anzianità aziendale inferiore a 90 giorni e quelli assunti a tempo determinato per attività stagionali. I lavoratori part-time sono ammessi solo se l’azienda dimostra “il carattere strutturale del part-time nella preesistente organizzazione del lavoro”.

Il contratto espansivo spetta a:
•    lavoratori che abbiano un rapporto di lavoro subordinato
•    dipendenti di imprese con più di 15 dipendenti
•    imprese con meno di 15 dipendenti che stipulano contratti di solidarietà per evitare licenziamenti
•    imprese alberghiere, aziende termali pubbliche e private

Il contributo è erogato se i lavoratori percepiscano nel contempo una prestazione di entità non inferiore alla metà del contributo pubblico destinata ai lavoratori. Non rientra nel decreto il contratto di lavoro domestico, oggetto di novità dopo che l’ISTAT ha reso noto la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo del 3 per cento, stabilendo le nuove fasce di retribuzione.

Lascia un commento