«I social network sono incredibili. Sono le nostre armi intelligenti che hanno sconfitto le dittature nel mondo arabo». Sono le parole di Hassan Al Djhami, un blogger libico intervistato da Annozero...
L’idea di creare la pagina su Facebook è nata il 28 gennaio quando ha visto su “Al Jazeera” le immagini della rivolta in Egitto. “Ho pensato: ‘è il nostro momento’. Così ho creato la pagina Facebook. Il mattino dopo – racconta – c’erano già 500 iscritti e in due giorni ci sono state 100 mila visite. Io non appartengo a nessuna organizzazione politica sono solo per la libertà, la dignità e la giustizia”.
E spiega: “Io prendo i video e li metto in rete in modo che i media li possano utilizzare. Questo è molto importante perché il mondo deve sapere quello che fa Gheddafi in Libia”. Si tratta di video girati con i cellulari perché “non ci sono le tv libere lì. C’era solo un corrispondente di “Al Jazeera” e lo hanno arrestato”. La pagina è stata bloccata per due volte. Quindi per aggirare la censura “abbiamo inviato un programma ai giovani là per farli connettere a un proxy, che è una specie di ponte, e funziona anche quando Internet è debole.
Gheddafi ha una “stanza dei bottoni” e se vuole può bloccare i telefoni, Internet… ma anche lui ha bisogno di Internet – continua il blogger -. Quindi ogni tanto per mandare le sue comunicazioni è obbligato ad aprire la rete e noi ne approfittiamo”. Infine fa vedere alcuni video postati da poco, tra i quali uno che mostra le immagini di un bimbo di nove mesi ucciso dai mercenari…
Serena Marotta