Scontri Tunisia, aggredita troupe Tg3

Cinque persone sono morte negli scontri avvenuti stamattina in Tunisia. Una battaglia – cominciata in Algeria e Marocco e che sta proseguendo in Tunisia – che la gente sta portando avanti da settimane per protestare contro la disoccupazione e il carovita. Secondo quanto riferisce la televisione araba Al Jazira, le cinque vittime, tra cui un professore universitario, sono state uccise con colpi di arma da fuoco durante gli scontri fra manifestanti e polizia nella città di Douz, a pochi chilometri dal confine con la Libia. Ieri ci sono stati altri quattro morti negli scontri a Kasserine. Anche questo pomeriggio ci sono stati scontri nel centro di Tunisi, dove la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere alcuni manifestanti.

Intanto, “sono ancora sotto shock, ma stanno bene i nostri colleghi Maria Cuffaro e Claudio Rubino aggrediti in Tunisia, mentre stavano documentando le proteste in corso nel centro della città – riferiscono dalla redazione del Tg3 -. Claudio Rubino ci ha raccontato di essere stato colpito da una manganellata in testa dai poliziotti in borghese, che gli hanno strappato la telecamera. Solo tramite l’intervento dell’ambasciata italiana a Tunisi è riuscito a riavere il suo strumento di lavoro, sebbene danneggiato”.

Per giovedì pomeriggio, riferisce la tv araba, il presidente Ben Ali, che ha ordinato la scarcerazione degli oppositori arrestati nelle ultime settimane e rimossi dall’incarico il ministro dell’interno e il capo di stato maggiore dell’esercito – ha convocato il Parlamento per discutere della situazione. Sul web, come scrive il sito del quotidiano egiziano El Wafd, circolano voci di un possibile golpe militare in Tunisia dopo il rifiuto da parte dell’esercito di eseguire l’ordine di disperdere i manifestanti impartito dal presidente.
Serena marotta

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