Palermo, fontane di Porta Felice

L’aquila scolpita sul dorsale quasi non si distingue più, le spaccature su entrambe le vasche mostrano i segni lasciati dal tempo, mentre il colore bianco del marmo ha lasciato il posto a macchie variopinte, e l’acqua che ristagna all’interno delle vasche è ormai solo quella piovana. Si presentano così le due fontane laterali esterne di Porta Felice – uno dei monumenti fatto costruire dal vicerè Marcantonio Colonna e progettato da tre architetti del senato: Mariano Smiriglio, Pietro Novelli e Vincenzo Tedeschi tra il 1582 e il 1637 – che la “fantasia” del passante ha anche trasformato in ricettacoli di rifiuti.

Così, guardando il monumento con le spalle al mare, all’interno della fontana di sinistra si trovano diversi rifiuti: un tubo nero piegato in tre parti, un contenitore di plastica trasparente a forma cilindrica, un sasso, un bicchiere di plastica, tre bottiglie di birra e un ramo. Il tutto, cosparso di acqua stagnante, che emana cattivo odore.

Più danneggiata rispetto alla precedente è la fontana laterale destra, che presenta delle profonde spaccature su entrambi i lati. All’interno, il livello dell’acqua verdastra tocca quasi l’orlo. Anche qui galleggiano numerosi rifiuti: non mancano i pezzi di legno (tre, per essere precisi) e sei bottiglie di plastica.

Intanto, l’immondizia non risparmia neppure le due fontane interne del monumento. Già sui quattro gradini, che elevano le fontane, qualche buccia d’arancia sparsa qua e là preannuncia i rifiuti nascosti all’interno delle vasche: ancora bottiglie di plastica che galleggiano nell’acqua stagnante.
A completare lo stato di degrado, mentre due giovani turiste guardano il monumento e scattano qualche foto, c’è anche l’immondizia “ordinaria” sparpagliata lungo i marciapiedi intorno ai due bastioni.
Serena Marotta

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