Diego De Silva, «Non avevo capito niente»

di Redazione Commenta

Un libro capace di raccontare una quotidianità difficile tra camorra, sentimenti e carriera con lo strumento più efficace per farlo: l'ironia...

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A chi non è capitato di riflettere sulla propria esistenza e pronunciare frasi come questa: «non avevo capito niente». Una considerazione che spesso prende le mosse dalla fine di qualcosa: un amore, per esempio. È il caso di Vincenzo Malinconico, protagonista del romanzo «Non avevo capito niente» di Diego De Silva, edito da Einaudi.

L’autore trasforma il suo personaggio in un filosofo e gli affida il compito di raccontare una quotidianità difficile (dalla vita sentimentale a quella professionale, passando per la camorra), fornendogli lo strumento più efficace per farlo: l’ironia.

Ecco la trama. Vincenzo, 42 anni, è un avvocato napoletano che non ha fatto carriera. È separato: la moglie, psicologa, l’ha lasciato per un architetto. Ha due figli: Alfredo e Alagia. Vincenzo, condizionato dall’amore perduto, cerca di riprendersi moglie e figli. Per farlo veste i panni “dell’uomo mappina”.
Ogni tanto si concede un faccia a faccia con se stesso e riflette sull’inerzia di chi subisce l’abbandono o, per dirla con parole sue, su chi «abdica all’intelligenza». Tuttavia, un giorno gli arriva l’opportunità di riscattarsi…
Insomma Non avevo capito niente è un libro da tenere a portata di mano: dopo averlo letto, vi verrà voglia di rileggerlo.
Serena Marotta

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