Magistrati reggini: “Ci sentiamo nel mirino”

(foto Ansa)

«Sono stanchi di parole e solidarietà inutili, ora servono i fatti». Sono le parole pronunciate dai magistrati reggini, che ieri si sono riuniti in un’assemblea, convocata dall’Anm di Reggio Calabria, per fare il punto sulle pessime condizioni in cui devono lavorare. I magistrati «si sentono nel mirino» delle cosche. Sono parole che le toghe intendono ribadire alla presenza dei ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni, che sono stati invitati a partecipare all’iniziativa che si svolgerà il prossimo 8 settembre.

A fare scattare l’allarme è stato l’ennesimo atto intimidatorio. Il più recente è quello contro il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro: un ordigno confezionato con tritolo è stato fatto esplodere nella notte tra martedì e mercoledì davanti al portone della sua abitazione, nella zona di Parco Casoria.

Facciamo un passo indietro. Di Landro ha assunto la guida della Procura generale di Reggio Calabria nel novembre del 2009. Un mese dopo, il 3 gennaio scorso, c’è stato un primo attentato contro la Procura generale. L’indagine – per entrambi gli attentati – è di competenza della Procura di Catanzaro: sarebbero dieci le persone legate alla criminalità locale iscritte sul registro degli indagati, che avrebbero partecipato all’attentato contro gli uffici giudiziari di via Cimino. Intanto anche il fascicolo contro l’attentato al magistrato Di Landro è stato assegnato al Procuratore aggiunto vicario, Salvatore Murone.
Serena Marotta

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