Disparità sul lavoro per le donne, c’è ancora molto da fare

Secondo la classifica del Global Gender Gap Report 2012 e presentata al convegno “Donne al lavoro tre mosse vincenti. Pari opportunità, conciliazione dei tempi, nuovi modelli organizzativi”, le donne sono poco occupate, lavorano perlopiù a tempo parziale e con salari minori rispetto agli uomini. La ricerca è stata patrocinata dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle Pari opportunità.

La retribuzione media annua lorda dei dipendenti privati è risultata per le donne pari a 21.678 euro, contro i 30.246 degli uomini, con uno svantaggio femminile del 28,3 per cento. Le retribuzioni sono commisurate alle posizioni basse e intermedie in cui si trovano le donne pur rappresentando il 57 per cento degli impiegati. Nelle posizioni di dirigenti e professionisti, le percentuali diventano 60 per cento di uomini contro il 40 per cento di donne e si fa riferimento alla popolazione totale italiana, un terzo di quella femminile fa parte della forza lavoro, mentre degli uomini ne fa parte la metà.

L’Italia si posiziona all’80 posto su 135 Paesi presi in esame in tema di disuguaglianza tra i due sessi. Si registra però un incremento dello 0,4 per cento nell’occupazione femminile, a fronte di una leggera flessione di quella maschile, anche se si preferiscono sempre le donne per i contratti part-time. Altro dato positivo: dal 2009 al 2011 c’è stata una crescita delle donne quadro (+8,3%) e delle donne dirigenti (+ 4,4%).

Bisogna puntare sulla realizzazione di nuovi modelli organizzativi che integrino l’ottica di genere all’interno delle aziende e politiche pubbliche che valorizzino il ruolo delle donne. Infatti dove il gap di genere è in parte superato le donne si collocano bei ruoli più importanti.

“Ho sempre creduto nella parità, ma credo che oggi l’Italia è un Paese nel quale essere donna è un motivo di differenziazione, un ostacolo oggettivo”, ha dichiarato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. “Lo dico nei riguardi di un Paese civile: il fatto che una persona sia uomo o donna fa una differenza nell’interlocuzione, nei luoghi di lavoro, nell’accesso e nella progressione delle carriere”.

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