Disabili e lavoro, la situazione attuale

La legge italiana prevedere per il lavoro dei disabili degli incentivi economici per favorire l’inserimento dei soggetti nel mondo lavorativo.

Infatti per ogni assunzione a tempo indeterminato (di lavoratori con una percentuale di invalidità non inferiore all’80 per cento o minorazioni ascritte dalla prima alla terza categoria in materia di pensioni di guerra o con handicap psichico) il contributo copre fino al 60 per cento del costo salariale lordo annuo.

Se si assume un lavoratore con una percentuale di invalidità compresa tra il 67 e il 79 per cento o minorazioni ascritte dalla quarta alla sesta categoria del testo unico in materia di pensioni di guerra, il contributo è del 25 per cento, mentre spetta un rimborso parziale delle spese effettuate per l’attuazione di sistemi di telelavoro o per la rimozione di barriere architettoniche.

Ma nella realtà le possibilità di lavoro dei disabili sono relative, e ci sono poi innegabilmente settori lavorativi dove l’accesso ai disabili appare sbarrato. Ci sono circa 31 mila disabili iscritti nell’elenco provinciale per l’avviamento al lavoro, ma solo 2 mila hanno trovato una occupazione e la maggioranza degli iscritti ai Centri per l’impiego, ha visto crollare del 45 per cento le assunzioni rispetto agli anni del pre crisi.

Altro dato allarmante: cresce sempre di più il numero delle imprese che chiedono l’esonero per ragioni legate alla recessione e preferiscono pagare i 62 euro al giorno di sanzione.

In totale in Italia ci sono circa 2 milioni e 600 mila disabili, di cui il 60 per cento sono uomini. Circa l’80 per cento dei disabili è inoccupato e i fondi per i disabili sono in continua diminuzione con una spesa media pro capite di soli 2.500 euro.

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