Palermo, piazza Montegrappa

(foto Serena Marotta)

Loro sognano una piazza viva con un parco giochi per i bambini, dei centri ricreativi per i giovani e per gli anziani e, perché no, anche un campo di calcio. Intanto, però, gli abitanti e i commercianti di piazza Montegrappa, a Palermo, devono fare i conti con la sosta selvaggia, con una fogna a cielo aperto, con i marciapiedi rotti, e una lunga serie di disservizi, che contribuiscono ad allontanarli, giorno dopo giorno, dalla piazza che non gli offre nessuna occasione di svago. La vita in piazza Montegrappa è legata appunto alle attività commerciali: sono piccoli negozi tutti concentrati, uno accanto all’altro, sulla parte della piazza che collega via Gustavo Roccella a via Montegrappa. Alcuni sono storici, come il tabacchi, la taverna, il panificio e i distributori di benzina, altri più recenti, come il supermarket e il negozio di corredi. Così, spente le luci dei negozi, la piazza si trasforma in un dormitorio. “Quando noi commercianti chiudiamo i negozi – dice Giacomo Urso, proprietario del panificio “Pane e dolci”- la vita della piazza si ferma”. Davanti al piccolo negozio di alimentari, c’è Gaetano Garofalo, un residente. “È una piazza morta – dice l’uomo che ci abita da 25 anni -. Qui la gente o ci viene perché ci lavora o perché ci abita”.

(foto Serena Marotta)

Insomma, poco entusiasmo per chi ci vive, e qualche difficoltà per chi ci lavora, come racconta la signora Silvana, che da tre mesi gestisce un supermarket: “Molta gente – dice – si sposta a fare la spesa nei grandi supermercati e noi lavoriamo poco”.
Tuttavia, il piccolo negozio di alimentari può ancora contare su clienti fedeli, come Vittorio Farina, 80 anni, che vive qui con la moglie da 46 anni. “Ho comprato una casetta con tre stanze, nel ‘62 – racconta il signor Vittorio -. Da allora ho sempre vissuto qui. Mia moglie ha dei problemi di salute e non può uscire e sono io a fare la spesa. Quando posso, vado a Cefalù a pescare, ho sempre avuto questa passione. Qui non ho altre possibilità di svago”.

(foto Serena Marotta)

La piazza, con al centro una villetta, è circondata da piccole palazzine e casette con il tetto spiovente, alcune, però, sono abbandonate, come quelle che si estendono dal civico 48 al 53, in direzione di via Pietro Messineo. “Dovrebbero abbattere queste palazzine diroccate – dice Daniele Cusimano, 22 anni, che insieme alla sorella gestisce il “Caffè Santa Rosalia” – e utilizzare lo spazio per costruire una strada. Si potrebbero evitare così gli incidenti che si verificano spesso in via Messineo, che è stretta e a doppio senso di marcia. In più – continua Daniele – sarebbe utile mettere la segnaletica stradale. La gente che deve raggiungere l’ospedale Civico o il Policlinico si ferma spesso a chiedere informazioni perché mancano le indicazioni”. Il bar di Maria e Daniele supplisce in qualche modo alla mancanza di altri luoghi di ritrovo per la gente del posto. Resta aperto sino alle 23.30 e ha clienti di tutte le età: “Anche i bambini si fermano qui perché non hanno un posto dove giocare – spiega Maria Cusimano –. Così mangiano un panino, bevono un bicchiere d’acqua e poi tornano a casa”. Pietro Avola, 47 anni, fa il muratore ed è un cliente abituale del bar. Ha appena finito di lavorare e, come di routine, prima di tornare a casa, prende il caffè e scambia qualche chiacchiera con Daniele.

(foto Serena Marotta)

A pochi passi dal bar, tra la piazza e via Roccella, c’è la chiesa Maria Santissima Immacolata di Montegrappa, un tempo parte del feudo del generale marchese Salvatore Pasqualino. Fu lui a far trasferire nella parrocchia, alla fine della prima guerra mondiale, la statua della Madonna dal monte Grappa, come segno di gratitudine per averlo protetto durante la guerra. “I ragazzi frequentano la chiesa sino a 14 anni – spiega padre Riccardo Girgenti -, poi vanno altrove perché qui non abbiamo strutture che possano servire a coinvolgerli. Non abbiamo neppure un campo di calcetto”. Di fronte alla chiesa, seppure nascosta dalle auto in sosta, c’è una fogna otturata, da cui fuoriesce l’acqua che scorre sul ciglio della strada, trascinandosi qualche cartaccia, e che ormai è diventata il tormento di chi lavora in strada. “Siamo costretti a lavorare tutto il giorno sopportando il cattivo odore che proviene da questa fogna a cielo aperto – protesta Alfredo Lo Iacono, 57 anni, che lavora in uno dei due distributori che si trovano in piazza -. Abbiamo fatto diverse segnalazione all’Amap, l’ultima risale a poche settimane fa. Tuttavia, i continui reclami non sono serviti a nulla e il problema va avanti da un anno”. E non solo. “Qui non si vede mai un vigile urbano – continua il benzinaio – e la gente ne approfitta per sostare in doppia e tripla fila. E non c’è rispetto neanche per l’ambiente. La villetta, infatti, unico spazio verde della piazza, è piena di escrementi perché chi porta a spasso i cani non si preoccupa di pulire”.

(foto Serena Marotta)

Eppure, se per vari motivi la piazza è poco frequentata, c’è un altro posto in cui si assiste al viavai di gente: è la tabaccheria Marino. Proprio qui, il 23 febbraio del 2006, è stata giocata la schedina vincente del Superenalotto: un 5+1 da 376 mila euro. “Dopo un anno – racconta Daniela Scarlata, che gestisce la tabaccheria insieme al marito – ci sono state altre due vincite da 50 mila euro con il gratta e vinci”. Dell’identità dei vincitori, come di consueto, non se n’è saputo nulla, ma chissà se un futuro vincitore non possa aiutare i residenti della piazza a realizzare il loro sogno: un parco giochi per i bambini, dei centri ricreativi e, perché no, un campo di calcetto.
Serena Marotta
(16 giugno 2011)

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