Palermo, “Madonna della Grazia l’Averinga

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L’edicola fu fatta costruire nel 1587, insieme ad una piccola chiesetta, dal pretore Andrea Salazar, in segno di riconoscenza e per “proteggere” le acque della sorgente dell’Averinga...

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Davanti alla porta del monumento c’è uno stendibiancheria. Siamo in via Giuseppe Albina, ad angolo con via Gabriele Vulpi, nel mandamento Cuba-Calatafimi, a Palermo: qui c’è l’edicola della “Madonna della Grazia l’Averinga”, o meglio c’era. All’interno della costruzione di tufi, oggi trascurata e in balia dei topi, rimane ben poco: “l’altare, un capitello e il recipiente”, spiega a “Italos” Andrea Napoli, 58 anni, proprietario del monumento. L’immagine della Madonna e le colonnine (una era stata rubata e poi recuperata) della trifora sono infatti custodite altrove.

(Andrea Napoli)

L’edicola fu fatta costruire nel 1587, insieme ad una piccola chiesetta, dal pretore Andrea Salazar, in segno di riconoscenza e per “proteggere” le acque della sorgente dell’Averinga, che confluivano nella cisterna posta all’interno dell’edificio. Da qui defluivano per alimentare case e fontane storiche della città, come quella del Garraffo, della Ninfa e della Guilla. Poi trasformata in stalla nel 1926 da Zavitteri, allora proprietario dell’edificio.

Proprio da Zavitteri lo acquistò il bisnonno di Andrea Napoli: “È un lascito del nonno materno – racconta. Sino a dieci anni fa, se ne occupava mio padre. Lui aveva la passione per i cavalli da corsa, che teneva lì, nella stalla, dove noi figli – tre maschi e due femmine – siamo cresciuti. Da quando lui non c’è più, nessuno della famiglia ha avuto la forza di entrarci. Così per due anni, circa otto anni fa – aggiunge – lo abbiamo messo a disposizione degli alunni della scuola media annessa all’Istituto d’Arte per il progetto del Comune “La scuola adotta un monumento”. Adesso sembra che l’Edicola dell’Averinga non interessi più a nessuno”.
Serena Marotta

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