Allarme Visco: inflazione giù. Perché sarebbe un danno

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha lanciato l’allarme inflazione alle “giornate dell’economia Marcello De Cecco” di Lanciano.

I prezzi scenderanno, ed è allarme per l’economia. Ma perché? Sembra assurdo infatti, che una famiglia sia danneggiata dalla diminuzione dei prezzi, ma in realtà, in macroeconomia, questo è un problema per i profitti delle aziende, e di conseguenza, per l’occupazione e tutti i settori derivanti dalla produzione.

Non a caso, sono anni che la Bce riduce i tassi con l’obbiettivo di raggiungere il 2% di inflazione, target sempre fallito finora.

“L’economia è problematica, noi viviamo tempi difficili dove i prezzi potrebbero scendere e se scendono troppo potremmo andare in deflazione con effetti sui debiti pubblici”.

L’inflazione sta diventando un problema

Naturalmente nessuno auspica un’inflazione a due cifre, ma i prezzi non crescono da molto tempo, e stanno mettendo in crisi le aziende. D’altra parte, le famiglie invece risentono dell’inflazione proprio là dove hanno più necessità. Se l’inflazione, nella media, non va oltre all’1%, cresce purtroppo in quei segmenti in cui le famiglie spendono di più, in articolare negli alimentari.

Il governatore chiede un approfondimento politico, e parla anche di Raffaele Matioli, nel suo intervento. La figura dell’economista e del banchiere viene presa a riferimento per il suo carteggio con Togliatti, dedicato alla cultura umanistica.

Il governatore si è detto contrario all’abolizione del Liceo classico, sottolineando come la cultura umanistica sia fondante e non danneggi, come molti vorrebbero far credere, l’economia.

“Magari il ritardo dell’Italia nella tecnologia e la digitalizzazione fosse colpa del liceo classico”, chiosa il governatore. Almeno, con la sua abolizione, avremmo risolti tutti i problemi, che invece, come sottolinea Visco, non dipendono dal fatto che “siamo un paese di cultura umanistica. In realtà c’è anche poco di quella”. Parlando di Mattioli, Visco vuole evidenziare proprio come quello sia “un falso problema”.

La cultura umanistica è dunque essenziale, e non va abolita, ma semplicemente separata dall’economia. Vanno, secondo il governatore, studiate entrambe con la stessa intensità, perché umanesimo può aiutare i modelli economici, e non li danneggia. Un richiamo, quello del governatore, fuori dal coro “stonato” di molti economisti, a cui Visco rimprovera una visione limitata, in questo caso.

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