Minigonna: un capo diventato leggenda

Con l’arrivo dell’estate e del caldo intenso giunge anche la normale e consueta voglia di scoprirsi un po’ di più, soprattutto da parte delle donne e ragazze che, dotate di un fisico adeguato, sfoggiano quello che è da sempre un must dell’estate (e non solo), vale a dire la minigonna.

Questo inossidabile ed ormai leggendario capo d’abbigliamento vede la luce nel 1964, grazie alla stilista Mary Quant; la ragazza, allora trentenne, già nel 1955 aveva aperto a Londra la boutique “Bazaar” in Kings Road, all’insegna di un nuovo stile giovanile, ribelle e democratico, punto chiave della Swinging London.

Il vero punto di svolta arriva però nel ’64, appunto, con la creazione di questo originalissimo ed unico capo d’abbigliamento, sfoggiato per la prima volta dalla modella diciassettenne Twiggy.
Ben presto, importanti icone femminili di quegli anni s’innamorano della minigonna, facendola propria ed indossandola con orgoglio. Tra esse si annoverano: l’attrice brasiliana Florinda Bolkan, la cantante Sandie Shaw e la modella Veruschka.


La minigonna rappresenta di fatto l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel campo dell’abbigliamento, in quanto impone necessariamente anche l’uso di altri capi di vestiario prima sconosciuti, come gli stivali neri di vernice alti fino al ginocchio ed i collant; senza poi considerare le rivoluzioni che porta nel campo dell’intimo, che vede spuntare perfino la minigonna con reggicalze incorporato.

Avversata da più parti (perfino ai giorni nostri) la minigonna è comunque diventata un’autentica leggenda della moda, spalancando le porte ad altri capi d’abbigliamento che oggi vengono considerati normali, ma che anni fa erano semplicemente impensabili, come i miniabiti o il topless.

Simbolo dell’emancipazione femminile, la mini ha avuto una diffusione inarrestabile, segnando di fatto la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.

E se oggi può venire sfoggiata con libertà ed orgoglio lo dobbiamo solo a Mary, una giovane donna che ha avuto il coraggio d’imporre il proprio ideale di emancipata femminilità, contribuendo a lasciarsi alle spalle il passato in favore di un futuro più libero.

Scritto da: Eliana Tagliabue

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