Riforma Isee bloccata dalla Corte costituzionale

L’Isee è oggetto di riforma della manovra salva Italia, ma la Corte costituzionale ha deciso lo stop in merito. Isee  è l’indicatore della situazione economica equivalente, e nel 2011 le valutazioni non  sono state positive. L’indicatore permette ai cittadini di accedere a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità, e il valore è dato dalla somma dei redditi e dal 20 per cento dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare.

La Corte Costituzionale ha reso noto l’incostituzionalità dell’art. 5 del Decreto Salva Italia, riguardante la definizione delle modalità attraverso le quali procedere alla Riforma dell’Isee, che includa nel reddito anche le pensioni sociali e gli assegni di accompagnamento per invalidi.

Il nuovo calcolo dell’Isee verrà effettuato sommando i redditi posseduti (dei 2 anni precedenti) e sottraendo una serie di spese documentate (riferite all’anno solare precedente), ma per l’attivazione bisogna attendere il  decreto del Presidente del consiglio dei ministri.

Ma ora è tutto fermo perché la Corte costituzionale ha dichiarato che sono stati violati gli articoli 3, 117 terzo e quarto comma, 118 primo e secondo comma e 119 della Costituzione, e il principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni. La questione di illegittimità era stata sollevata dalla Regione Veneto, che sosteneva la violazione delle procedure di “leale collaborazione” fra Stato e Regioni già previste dal d.lgs. n. 130/2000.

In base all’art. 5 si prevedeva di individuare:

  • le agevolazioni fiscali e tariffarie;
  • le provvidenze di natura assistenziale che a decorrere dal 1° gennaio 2013, non sarebbero state più riconosciute in caso di ISEE superiore al limite fissato dal Decreto stesso.

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