La crisi edilizia non conosce sosta

In base ai dati forniti da Confartigianato, aprire un mutuo in Italia è sempre più caro, con il tasso medio d’interesse sui prestiti che è giunto al 4,12 per cento. Significa che c’è stato un aumento di 103 punti base rispetto al maggio di un anno fa. In Europa la differenza è consistente, e negli altri paesi del continente i mutui sono inferiori in media di 62 punti rispetto a quelli di casa nostra.

E si torna a un trend negativo dopo due anni di lieve crescita anche per quanto riguarda le compravendite immobiliari, calate quasi del 18 per cento. Nell’ultimo anno è calato anche il numero delle imprese, diminuite dell’1,36 per cento. In calo anche le imprese artigiane con un impatto negativo anche sull’occupazione, diminuita del 5,1 per cento, pari a 97.800 posti di lavoro in meno.

Le imprese del settore costruzioni  soffrono sia di scarso credito bancario ma anche di tempi di pagamento sempre più lunghi, in media 42 giorni in più rispetto alla media europea. A soffrire nell’immediato sono le piccole imprese, che rischiano di scomparire dall’oggi al domani.

Le soluzioni per far ripartire il mercato immobiliare sarebbero diverse: certificare gli immobili dal punto di vista energetico, sismico e strutturale. Inoltre la progettazione degli immobili dovrebbe prevedere minori  costi sulla finitura, rafforzando gli aspetti strutturali e statici, investendo in parole povere maggiori risorse nel cemento e meno sul parquet.

Altre agevolazioni sarebbero la riduzione dell’ IVA al 4 per cento nel settore delle costruzioni e nuove forme d’incentivi.

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