Addio a Pietro Calabrese

Il racconto – dopo la scoperta della sua malattia – l’aveva affidato al suo “amico Gino”, attraverso le pagine del Magazine del “Corriere della Sera”. Poi, lo scorso autunno, la decisione di Pietro Calabrese di rendere pubblica la notizia che in realtà la malattia di “Gino” era la sua: un cancro ai polmoni, che stamattina, alle 5.15, lo ha ucciso nella clinica “Paideia” di Roma.

Pietro Calabrese, giornalista professionista dal 1974, romano ma figlio di siciliani, aveva 66 anni. Una carriera cominciata all’Ansa – dal ’73 al ’77 – prima alla redazione notiziari per l’estero e poi alla redazione di Parigi. Quindi il passaggio alla carta stampata con il “Messaggero”, di cui diventa direttore a giugno del 1996 fino alla nomina in Rai nel 1999. Nel 2001 diventa direttore di “Capital” e l’anno successivo assume la direzione della “Gazzetta dello Sport”. Dopo due anni, passa alla direzione di “Panorama” e si dimette nel 2007.

“Emozione. Ecco la nostra norma. Se riusciamo a raccontare con imparzialità ma con emozione abbiamo vinto”, questa era la sua idea di giornalismo. Un’idea che lo ha accompagnato sino alla fine, quando ha emozionato i suoi lettori con la storia “dell’amico Gino”. Una storia che Calabrese ha poi descritto in un libro, che uscirà il prossimo 29 settembre.
Serena Marotta

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