Banca d’Italia: “Un’impresa su tre è in perdita”

La crisi dell’euro sta pesa sempre di più sulle imprese italiane, e una su tre dovrebbe essere in rosso entro la fine dell’anno, in crescita di quasi il 24 per cento rispetto al 2011. A renderlo noto è una relazione della Banca d’Italia.
Secondo l’indagine annuale sull’industria del paese e dei servizi effettuata dalla Banca centrale italiana, le imprese in perdita stanno effettuando anche diversi tagli dell’occupazione.

La domanda di credito bancario si sta prosciugando, segno che l’attività sta rallentando ulteriormente. L’indagine arriva un giorno dopo la relazione dell’Istat il quale prevede che l’economia in Italia si è contratta del 2,3 per cento nel 2012 e di un ulteriore 0,5 per cento nel 2013. Circa il 50 per cento delle imprese prevede di chiudere l’anno in attivo, secondo l’indagine, e il più alto margine di perdita, lo registrano le imprese nel settore dei servizi, tra cui alberghi e ristoranti.

La metà delle imprese ha riferito di aver mantenuto lo stesso numero di lavoratori, mentre circa un terzo ha detto di aver ridotto il loro numero dei dipendenti. La disoccupazione nel 2012 ha visto un aumento dello 0,4 per cento, un dato particolarmente pronunciato in aziende che impiegano tra i 20 e i 49 addetti.

In aumento quest’anno, secondo l’indagine, è anche il numero di imprese che ha bisogno di spostare i lavoratori alla ‘cassa integrazione guadagni’ (CIG). Rispetto al 2011, il numero delle imprese che ricorrono alla CIG è aumentato al 30 per cento, rispetto al 22 per cento dello scorso anno.

Le entrate sono un altro chiaro segnale che l’economia italiana è in declino. Secondo l’indagine, oltre la metà delle aziende italiane ha visto un calo delle vendite nei primi nove mesi del 2012, mentre solo il 24 per cento ha visto crescere il proprio fatturato. La capacità dell’Italia di competere sui mercati internazionali è stagnante e le imprese chiedono sempre più riforme sul mercato. Secondo l’indagine, circa il 70 per cento delle imprese italiane vuole una riduzione dei costi del lavoro e l’abbassamento dei livelli di tassazione delle società, tra i più elevati nelle economie sviluppate.

Commentando i risultati del sondaggio in materia di occupazione, Serena Sorrentino, segretario nazionale della Cgil, ha dichiarato: “Con i livelli occupazionali che continuano a diminuire ci aspettiamo qualche segno di vita dal ministro dell’industria e un cambio di direzione a favore dell’occupazione e degli investimenti “.

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