Attestato di certificazione energetica: Cosa serve sapere

Parliamo di energia e risparmio. Per poter fruire della detrazione del 55 per cento per i lavori di risparmio energetico è necessario  l’attestato di qualificazione energetica rilasciato dal tecnico responsabile. Si tratta  dunque di una specie carta d’identità dell’immobile.

La certificazione tende a analizzare le caratteristiche termoigrometriche, la produzione di acqua calda, i consumi, il riscaldamento degli ambienti, i sistemi di produzione di energia rinnovabile e il tipo di impianto.

Le regole per ottenere la certificazione sono riportate nel decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 il quale contiene le disposizioni di attuazione della direttiva 2002/91/CE. Tale obbligo è diverso Regione per Regione.

L’attestato di certificazione energetica serve a dimostrare che nell’edificio dove si abita, sono stati effettuati dei lavori (utilizzando procedure e metodologie approvate dalla Regione) tesi al risparmio energetico, in modo tale da poter disporre della detrazione.

L’ Attestato di Certificazione Energetica (A.C.E.) ed è un documento che racchiude le caratteristiche energetiche di un edificio, che sintetizza con una scala da A a G le prestazioni energetiche dell’immobile. Oltre ad essere obbligatorio, è anche uno strumento utile per aumentare il valore dell’edificio.

L’attestato è valido 10 anni ed è utile anche per il rogito in quanto è richiesto per gli atti notarili di compravendita dal 1º luglio 2009 e per i contratti di locazione dal 1º luglio 2010; per l’accesso, come già accennato alle detrazioni del 55 per cento sul reddito IRPEF e per pubblicizzare gli annunci immobiliari, in quanto è obbligatorio indicare la classe energetica del proprio edificio.

Solamente i tecnici abilitati possono attestare la qualità di un edificio e devono essere iscritti ai rispettivi ordini: parliamo di periti industriali, dottori agronomi, architetti, geometri e ingegneri.

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